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“Serve una svolta tech e di design per la ripresa”: l’intervista del CEO di Eurostands per Business Insider Italia

Fiere in italia. L'intervista del CEO di Eurostands Maurizio Cozzani per Business Insider Italia

Il calendario delle riaperture comunicato dal premier Mario Draghi ha riacceso le speranze degli operatori di fiere e congressi: con la ripresa delle attività prevista per il primo luglio (il 15 giugno per le fiere nelle regioni gialle), le aziende del comparto sono pronte a sfruttare il resto dell’anno per recuperare il terreno perduto a causa della pandemia. “Il sistema fieristico della Penisola ha rinunciato all’80 per cento del fatturato nel 2020. Abbiamo perso tutti: i proprietari dei parchi espositivi, gli organizzatori degli eventi, i fornitori di servizi e tutto il personale impiegato. Senza contare hotel, ristoranti, taxi e tutti quelle attività legate al turismo, soprattutto a quello d’affari”, dice a Business Insider Italia Maurizio Cozzani, amministratore delegato di Eurostands, azienda storica nel settore degli allestimenti e dell’architettura temporanea. “La ripartenza annunciata dal governo è un primo passo, ma la nostra stima è che sarà difficile tornare al giro d’affari del periodo pre-Covid prima del 2022. Sicuramente gli spazi e gli allestimenti delle fiere dovranno cambiare: bisogna progettare in modo diverso gli stand e investire in tecnologia così da coinvolgere i visitatori facendoli sentire sicuri in un ambiente
accogliente”.

Le chiusure dello scorso anno e le restrizioni necessarie per contenere la diffusione del coronavirus hanno avuto un forte impatto sul turismo nella Penisola, con inevitabili riflessi anche su quello legato al sistema fieristico e congressuale. Uno dopo l’altro sono saltati tutti quegli appuntamenti fisici che permettono l’incontro tra migliaia di persone e imprese, italiane e straniere. Una tendenza negativa che ha inciso fortemente sui bilanci delle aziende del comparto: secondo l’UFI – Global Association of the Exhibition Industry, il 20% delle imprese ha chiuso in rosso, mentre oltre 1 su 2 ha visto il proprio profitto dimezzarsi. “Uno dei pilastri su cui regge il sistema turistico italiano è la capacità di attrarre investitori e aziende, che scelgono di venire nel nostro Paese a visitare fiere e grandi eventi perché cercano un concetto di unicità“, continua Maurizio Cozzani. Che spiega meglio: “Scelgo di venire al Salone del Mobile di Milano perché è qui che trovo la capitale del design e dell’architettura. Vado al Vinitaly perché è proprio al salone internazionale di Verona che espongono tanti dei migliori produttori di vino e distillati. Lo stesso discorso vale per la cosmesi a Bologna, la moda uomo a Firenze, la nautica a Genova”.

La crisi non ha colpito solo gli operatori italiani: lo stop alle fiere ha riguardato tutti i paesi colpiti dalla pandemia. Come ricorda il report dell’Ufi, dalle risposte fornite dalle 450 imprese del settore interrogate e distribuite in tutti i continenti è emerso come nel mondo il 54% delle aziende sia stato obbligato a ridurre la propria forza lavoro. In questa fase, alcune imprese hanno provato a riconvertire alcune linee produttive per adattarle a un mondo che è cambiato. “Durante il 2020, abbiamo trasformato le nostre fabbriche”, ci dice il capo di Eurostands: “Invece di tagliare il legno per costruire uno stand, abbiamo provato ad andare su nuovi mercati con altri prodotti: abbiamo realizzato plexiglass e colonnine per la distribuzione di gel igienizzante, che abbiamo venduto in tutta Europa. Invece di mandare a casa i falegnami, abbiamo investito nelle loro capacità e know how. Ovviamente quando possibile abbiamo continuato a costruire allestimenti, per le sfilate di moda a Milano o per i mondiali di sci di Cortina 2021. Ma abbiamo diversificato le attività, fino anche a pitturare le aule scolastiche“.

Come cambieranno le fiere in Italia

L’organizzazione di questi grandi eventi è fondamentale per la ripresa del turismo nella Penisola. Ma gli ostacoli che impediscono la ripartenza non mancano. Da un lato, i ritmi diversi con cui la campagna vaccinale va avanti nei vari paesi e la diffusione delle nuove varianti sono fattori che le autorità devono considerare prima di autorizzare nuove riaperture. Dall’altro, per gli intervistati nel sondaggio dell’Ufi, il problema principale resta la disponibilità di imprese e visitatori a partecipare ad appuntamenti fisici (64%) seguito a ruota dall’attenuarsi delle attuali misure che limitano i viaggi (63%) e di quelle di sicurezza stabilite a livello locale per garantire lo svolgimento delle fiere (52%). “Per superarli, le fiere dovranno necessariamente cambiare. Bisognerà investire in nuove tecnologie, scegliere con cura i materiali per la realizzazione degli stand, sviluppare nuovi progetti per rendere sempre più sicuri gli spazi aperti al pubblico”, sottolinea l’ad di Eurostands.

L’azienda si è affidata a designer e architetti per realizzare le sue proposte di innovazione del sistema fieristico. A cominciare dalla progettazione dell’ambiente: “Bisogna ripensare gli spazi per garantire una distanza maggiore tra visitatori ed espositori. Un esempio è quello che ci viene offerto dalla fiera di Colonia, dove le corsie sono state allargate da 4 a 8 metri. Le salette anguste dovranno sparire. Poi ancora, è importante rivedere i materiali utilizzati nelle costruzioni. La mia azienda sta investendo in nuove pitturazioni anti batteriche e in materiali lavabili. Anche lo stesso plexiglass non deve essere più un plasticone messo su un tavolo. Ad esempio, abbiamo sviluppato un plexiglass che si adatta, come design e struttura, alle esigenze del media center per i mondiali di sci a Cortina”, racconta Maurizio Cozzani, aggiungendo che “non dovranno mancare tutti quei prodotti che abbiamo imparato a usare nel 2020, vale a dire mascherine e gel igienizzante. Infine è necessario investire tanto in tecnologia: un esempio viene dalle fiere in Cina, dove vengono impiegati termoscanner per controllare la temperatura e software che limitano l’accesso delle persone nei vari padiglioni: una volta stabilita la soglia massima di capienza per garantire gli standard di sicurezza, ogni altro accesso non è consentito”.

 

Proprio nella diversa progettazione degli spazi e nella tecnologia, l’ad di Eurostand vede la ricetta per la ripresa del comparto: “Se le persone sanno che al Salone del Mobile di Milano le corsie e gli stand sono stati realizzati rispettando tutti i parametri necessari per ridurre al minimo e azzerare i rischio di contagio, si sentiranno più sicure ad andarvi. La Fondazione Cortina, con la presidenza di Alessandro Benetton, ha dimostrato come è stato possibile realizzare i mondiali di sci in sicurezza. E siamo confidenti per le aperture nel secondo semestre: già ci sono timidi segnali di ripresa. Stiamo lavorando a diversi dossier, come il Waterfront Costa Smeralda e il salone dell’auto Milano Monza, che speriamo possa partire”.